Ciao Sandro, abbiamo appena concluso il percorso di dietoterapia . Sono qui a chiederti di condividere la tua esperienza con i lettori del mio sito.  Raccontaci qualcosa di te e cosa ti ha spinto a intraprendere questo cammino:

Ho 56 anni, lavoro in una multinazionale nel campo dell’ Information Technology, quindi faccio un lavoro molto sendentario, per il quale passo la maggior parte della mia giornata lavorativa davanti a un computer o in sale riunioni. Da ragazzo ho fatto molta attività sportiva di diverso tipo (Pallavolo, ginnastica, vela, canotggio,…) però mai a livello agonistico. Dall’inizio della scuola superiore ho smesso praticamente ogni attività, dedicandomi principalmente allo studio, e poi al lavoro e alla famiglia. Mi piace comunque camminare e stare all’aperto, per cui quando riesco faccio lunghe camminate in montagna (ma anche in riviera durante l’inverno). Fino a 25 anni ho sempre avuto un fisico asciutto, ma la successiva carenza di attività fisica, le trasferte lavorative e soprattutto l’amore per il cibo (che ritengo essere anche un fattore di socializzazione) hanno fatto si che il mio peso crescesse costantemente fino ad avere (come mi disse uno dei tanti esperti in dietologia che ho incontrato negli ultimi 25 anni) un “fisico importante”. Ad essere sincero non ho mai sofferto di obesità, però sono sempre arrivato al limite, il che mi faceva sentire goffo e impacciato, costretto negli abiti, e lento nei movimenti, oltre a non piacermi esteticamente. Ogni volta ho tentato percorsi dietologici (ne ho provati molti), alcuni dei quali hanno portato benefici in termini di riduzione di peso (un paio anche significativi), ma tutti solo temporanei: dopo alcuni mesi non risucivo più a mantenere il regime alimentare e inevitabilmente in poche settimane riacquistavo (spesso con gli interessi) quanto avevo perso in mesi di duro lavoro. Il che mi ha portato a pensare che forse dovevo farmene una ragione e che non c’era soluzione. Poi mi sono reso conto che la mia attitudine al cibo era più una cosa di testa che di stomaco: non era possibile che la sera, appena finita la cena, avessi voglia di mangiare un dolce o un gelato o dei biscotti, era la mia testa a comandare, sicuramente non era fame. Quindi ho cominciato a cercare in rete se esistesse una figura di dietista che lavorasse sull’approccio al cibo oltre che sul mero computo calorico degli alimenti, e ho trovato il tuo sito Emanuela, che era molto promettente nei confronti delle mie aspettive. Ho chiesto un primo appuntamento e parlando con te ho capito subito che quelllo che mi potevi offrire era esattamente ciò che stavo cercando: sistemare prima il mio rapporto “mentale”( inteso come abitudini/atteggiamenti) con il cibo, e poi, una volta messe in campo e fatte mie le regole di approccio, inziare una dieta ipocalorica…e voilà…devo dire che mi sono trovato subito in sintonia, ho applicato alla lettera i tuoi suggerimenti e il metodo che mi hai proposto, e i risultati sono arrivati. Sei stata da subito molto chiara sulle tempistiche e le modalità di lavoro, e io ho accettato di buon grado, capendo che era esattamente ciò che cercavo, e ne sono stato felice.

Partendo da un livello di sovrappeso , in 9 mesi hai perso circa 11 kg seguendo in prima battuta un programma  di cambiamento delle abitudini che non prevedeva la dieta. Lo schema alimentare è stato inserito a metà percorso.Al momento sono 9 mesi che segui il programma di mantenimento faticando in alcuni momenti a mantenere la fascia di peso che abbiamo stabilito.

Dal tuo punto di vista cosa ha veramente funzionato? Durante la fase dimagrante, ci sono state delle difficoltà o delle “resistenze” al cambiamento? come le hai superate? quali tue risorse ti sono state di aiuto? quali strategie stai adottando per mantenere il peso perso ?.

Come ho detto, la cosa che ha funzionato è stato prima cambiare l’approccio al cibo e poi iniziare la dieta. Mi ricordo che mi dicesti qualcosa del tipo “E’ controproducente cercare di fare entrambe le cose contemporaneamete, alla fine rischia di diventare troppo faticoso e irrealizabile, e rischiamo di fallire. Facciamo un passo alla volta”; questo approccio mi era piaciuto molto e così è stato, ha funzionato benissimo. Abbiamo speso una prima parte del programma perchè io imparassi a rapportarmi con il cibo, evidenziando e isolando piccoli atteggiamenti quotidiani errati, e utilizzando tecniche semplici per eliminarli. E’ stato fondamentale tenere costantemente aggiornato il diario di quanto avveniva nella giornata, delle azioni sbagliate, dei pasti, delle cadenze temporali tra essi, delle azioni intraprese per evitare di cadere negli atteggamenti errati. E’ stato molto importante attenersi alle indicazioni che mi hai dato, e analizzare sistematicamente insieme l’andamento dell’ultimo periodo, ma la cosa più importante è che gli atteggiamenti correttivi li abbiamo valutati insieme, considerando il mio modello di vita, e quanto lo stesso mi rendeva possibile fare. Non si trattava di regole auree da seguire, quanto più di un insieme di tecniche fattibilissime, semplici ma efficaci.

Mi sono trovato subito a mio agio con l’approccio propostomi, per cui non ho sentito molte resistenze durante la fase di dimagrimento: ogni volta che mi veniva lo “sbrano” (che poi era una sensazione di testa e non fisiologica) attuavo una o più delle “azioni correttive” che avevamo concordato insieme e il momento critico passava. Sembrerà stupido e riduttivo, ma la cosa che ho trovato più ostica, se proprio devo trovarne una, è stato identificare il famoso “chiudipasto però alla fine sono riuscito nell’intento.

Ci sono stati sicuramenti momenti più difficili di altri, ma parlandone con te e seguendo le chiare regole che ci siamo dati, e il modello che abbiamo seguito, li ho superati. Devo anche dire che l’approccio che mi hai proposto è molto flessibile: nella vita quotidiana di tutti noi sono sempre presenti occasioni di socializzazione e festività che comportano cene, aperitivi, pranzi, pizzate fuori dallo schema, ma parlandone con te siamo sempre riusciti a trovare regole compensative che consentissero di non rinunciarvi, e anche questo è stato di grande aiuto.

Se devo riassumere in poche parole direi che le risorse principali sono: te, il diario, le schede di lavoro utilizzate, il metodo. In ultimo la dieta, che alla fine è fisiologicamente quello che ti fa perdere peso, ma senza il giusto approccio mentale avrebbe vita breve e sarebbe irrealizzabile.

Per concludere, quale consiglio spassionato ti sentiresti di dare a coloro che intendono iniziare un percorso dimagrante?.

Credo che ogni persona abbia un proprio approccio al cibo, per cui il consiglio che posso dare può essere utile a persone che hanno il mio stesso problema, cioè che vivono il cibo come forma di compensazione ad altri fattori (noia, stress, gratificazione, etc…). Il mio consiglio a queste persone è quello di lavorare prima sul proprio approccio al cibo e poi, una volta fatti propri i comportamenti e gli atteggiamenti corretti, iniziare( eventualmente) una dieta ipocalorica.

Emanuela, tu mi hai guidato in questo percorso, e te ne sono grato, perchè per la prima volta in tanti anni riesco a mantenere il peso desiderato (seppur con modici alti e bassi) e ad avere il giusto approccio al cibo. In passato le mie esperienze con dietologi sono sempre state: visita, peso, calcolo delle calorie, qualche volta plicometria, stampa della dieta con numero prefissato di calorie ed eventuali sostitutivi. Funziona i primi mesi (ovviamente, è un mero computo calorico) ma non può durare per sempre, se non cambiamo il nostro modo di rapportarci con il cibo, traendo comunque gratificazione dallo stesso (non nascondiamoci dietro un dito: mangiare è bello 😊, e comunuqe molte delle tue ricette a basso contenuto calorico sono davvero gustose) ma usandolo per quello che è, e non per soddisfare quella sensazione errata di fame, che fame non è.

Grazie Sandro, è stato un piacere lavorare con te, buon proseguimento!.