Il nostro organismo se la deve vedere non solo con un ambiente (e di conseguenza cibo e acqua) sempre più inquinato ma anche con l’impoverimento nutrizionale del cibo stesso

Il Titolo è un po’ ad “effetto”ma non è lontano dalla realtà alimentare attuale. Quando si parla di prodotti ottenuti da“agricoltura biologica” si pensa spesso a persone che seguono filosofie alimentari alternative o comunque a persone “un po’ fissate” con l’alimentazione e il rispetto per l’ambiente.
In effetti i prodotti da agricoltura biologica non sono sempre così facilmente reperibili ,non sono prodotti”da banco” e spesso sono più costosi degli equivalenti”non biologici”. Occorre quindi impegno per “mangiare biologico”.
La domanda da porsi un po’ provocatoria, non è più “perché comprare biologico” ma:
Perché esistono prodotti “non biologici”? ovvero “Perché esiste cibo di bassissima qualità ?”
Non abbiamo forse TUTTI  il diritto di consumare alimenti “prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi” e non abbiamo tutti il dovere  di “non determinare nell’ambiente esternalità negative, cioè impatti negativi sull’ambiente a livello di inquinamento di acque, terreni e aria.” Non dobbiamo avere tutti il diritto di consumare prodotti con un contenuto elevato di antiossidanti e nutrienti.( “cibi vivi”) ?
o per meglio dire “ La salute non è un diritto di tutti?”
(In corsivo la definizione di agricoltura biologica tratta da Wikipedia).
E’ davvero un’utopia pretendere un’agricoltura che sia per tutti finalizzata alla nutrizione?
Senza voler cadere nella retorica si può affermare che il cibo e l’ambiente di oggi non sono più quelli di una volta. Il nostro organismo infatti se la deve vedere non solo con un ambiente (e di conseguenza cibo e acqua) sempre più inquinato ma anche con l’impoverimento nutrizionale del cibo stesso.
Un cibo “meno vivo o cibo-morto” è un cibo che ha sì contenuto calorico ma ha un basso ( o nullo) valore nutrizionale.
Il processo di raffinazione delle farine per esempio è in grado di far perdere al prodotto finale minerali quali zinco,cromo e manganese,lo stesso vale per lo zucchero bianco che ha perso il 90% delle vitamine e dei minerali che contiene in origine. Il trattamento industriale degli oli ne altera le proprietà ( l’olio “spremuto a freddo”è invece un “prodotto vivo”perché ricco di vitamina E,antiossidante e di acidi grassi polinsaturi a volte raggruppati come“vitamina F”).
Gli allevamenti non convenzionali garantiscono un prodotto finale più salubre senza cioè residui di farmaci, contaminanti chimici,pesticidi e infine con un più alto valore nutrizionale .
I moderni metodi di coltivazione basati sull’uso di fertilizzanti artificiali e pesticidi comportano lo sviluppo della pianta ma privata di buona parte del corredo di vitamine e minerali. La frutta e la verdura di oggi rischiano quindi di essere “meno vive”di quelle che consumavano i nostri nonni.
I cibi “non vivi” sono spesso pubblicizzati dai mass media e hanno come target guarda caso i bambini e gli adolescenti. Sono cibi il cui apporto calorico deriva da grassi di cattiva qualità , zuccheri e farine raffinate ; sono cibi spesso lavorati ad alte temperature ( e quindi contengono sostanze dannose alla salute) ovvero sono alimenti che di nutriente hanno solo il sorriso compiaciuto della mamma dello spot di turno.
I cibi “vivi” sono cibi che contengono un patrimonio di sostanze fondamentali per la salute, sono cibi poco trattati dall’uomo ,non inquinati e coltivati o derivati da allevamenti che perseguono il fine di mantenere intatte le caratteristiche qualitative originali.
Il diritto alla salute non inizia forse con il diritto ad un’alimentazione “a misura d’uomo” ovvero un’alimentazione che innanzitutto non ci danneggi e parallelamente che ci consegni il cibo così “come natura l’ha fatto”? ovvero ricco di nutrienti?
A parer mio le facili categorizzazioni ( “salutista”-“ambientalista” e così via..) non fanno altro che allontanare ( e dividere)le persone dall’obiettivo comune .
Esiste forse una categoria di persone che vuole consumare volutamente e consapevolmente cibo inquinato privo di apporti nutrizionali? O siamo tutti d’accordo nel ritenere che il ‘cibo pulito e ricco di sostanze vive’ sia un’esigenza di ogni essere vivente?
L’obiettivo comune che dovremmo perseguire tutti al di là delle ideologie particolari di ciascuno di noi è quello di pretendere la tutela al diritto di salute partendo dunque dal diritto ad un’alimentazione sana.