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F.A.Q.

Come si diventa dietista?

Per diventare Dietista bisogna conseguire la laurea di 1° livello in Dietista presso l’università di Medicina e Chirurgia.
L’esame finale ha valore di esame di Stato Abilitante all’esercizio della professione.
Per maggiori informazioni vedi : www.miur.it

Fonte: ANDID, associazione nazionale dietisti.

Quali sono le competenze del dietista in Italia

Secondo le normative vigenti (profilo professionale D.M. 744 del 1994) il dietista è l’operatore sanitario competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione, ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione delle politiche alimentari nel rispetto della normativa vigente.

  1. È individuata la figura professionale del dietista con il seguente profilo: Il dietista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione della politiche alimentari, nel rispetto della norma vigente.
  2. Gli specifici atti di competenza sono:
  3. a) organizza e coordina le attività specifiche relative all’alimentazione in generale e alla dietetica in particolare;
  4. b) collabora con gli organi preposti alla tutela dell’aspetto igienico sanitario del servizio di alimentazione;
  5. c) elabora, formula ed attua le diete prescritte dal medico e ne controlla l’accettabilità da parte del paziente;
  6. d) collabora con altre figure al trattamento multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare;
  7. e) studia ed elabora la composizione di razioni alimentari atte a soddisfare i bisogni nutrizionali di gruppi di popolazione e pianifica l’organizzazione dei servizi di alimentazione di comunità di sani e di malati;
  8. f) svolge attività didattico – educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salute del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione;
  9. Il dietista svolge la sua attività professionale in strutture pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero – professionale.

Fonte: ANDID, associazione nazionale dietisti.

Molte figure professionali nell’ambito dello sport e del benessere oltre che a food blogger, influencer e laureati in altre discipline nell’ambito della salute rilasciano diete o protocolli dimagranti con pasti sostitutivi da acquistare, perché dovrei rivolgermi ad un dietista?

Semplicemente perché nei casi appena descritti, si tratta di abusi di professione.

Le uniche figure abilitate a fornire schemi alimentari personalizzati e diete sono: il medico dietologo, il dietista ed il biologo- nutrizionista.

Ritengo sia fondamentale rivolgersi alle figure abilitate quando si tratta di adolescenti.

Ho visto purtroppo molti casi di giovanissimi ai quali sono state consigliate diete totalmente squilibrate e in alcuni casi è stata proprio la dieta prescritta da non professionisti, “il fattore precipitante” che ha attivato lo schema di autovalutazione disfunzionale di un disturbo alimentare. Sono stati gli stessi ragazzi coinvolti a chiedermi di condividere queste informazioni sul mio sito . 

Per richiedere una dieta occorre la prescrizione del medico? Le prestazioni del dietista sono detraibili?

Le prestazioni del dietista rientrano tra le prestazioni sanitarie per cui sono detraibili presentando la diagnosi del medico. Al fine di una efficace elaborazione della dieta alla prima visita dietistica il quadro clinico fornito dal vostro medico curante o dallo specialista deve essere chiaro. L’atto di prescrizione, nel caso specifico delle diete per patologia o allergie/intolleranze alimentari, si sostanzia infatti nella formulazione della diagnosi clinica da parte del medico, sulla base della quale il paziente può rivolgersi al dietista per l’effettiva elaborazione della dieta.

Occorre quindi presentarsi entro la 2° visita dietistica con il modulo attestante la diagnosi compilato dal proprio medico di fiducia. Tale modulo viene inviato per e-mail oppure è possibile richiederlo durante la prima visita dietistica. Nel caso non fossero presenti patologie,non occorre presentare il modulo attestante la diagnosi.

Fonte: ANDID, associazione nazionale dietisti.

Come si calcola il BMI o indice di massa corporea?

ALTEZZA: ………………Metri. PESO: ……………………Kg.

IMC (O BMI) = PESO/ (QUADRATO DELL’ALTEZZA IN METRI).

Esempio: Altezza 1,60 metri. Peso: 90 kg.

IMC= 90 kg/ (1,60×1,60) = 35,1 kg/m2 (altezza al quadrato in metri). Grande obesità.

Valori:

< 17,5 significativamente sottopeso

Tra 17,5 e 18,4 sottopeso

Tra 18,5 e 19.9 normopeso basso

Tra 20,0 e 24,9 normopeso

Tra 25,0 e 29,9 sovrappeso

Tra 30,0 e 34,9 obesità

> 35,0 grande obesità

Occorre quindi presentarsi entro la 2° visita dietistica con il modulo attestante la diagnosi compilato dal proprio medico di fiducia. Tale modulo viene inviato per e-mail oppure è possibile richiederlo durante la prima visita dietistica. Nel caso non fossero presenti patologie,non occorre presentare il modulo attestante la diagnosi.

Fonte: ANDID, associazione nazionale dietisti.

Ho calcolato il BMI o indice di massa corporea ed è risultato un livello di obesità, qual è il calo di peso che posso aspettare con la dieta dimagrante?

In questi i casi il calo di peso consigliato è di circa il 10-15% del peso iniziale. Una volta raggiunto il peso ragionevole si passerà alla fase di mantenimento del peso della durata di circa 6 mesi. Passato questo periodo sarà possibile intraprendere un secondo percorso con nuovi obiettivi dimagranti. 

Quali sono le condizioni che controindicano il calo di peso corporeo?
  • essere normopeso con (IMC tra 18.5 e 24.9). in alcuni casi selezionati (e in ogni caso con un IMC sopra il 22) è possibile seguire il programma per rientrare nel proprio peso ragionevole. La valutazione avverrà in prima visita dietistica.
  • presenza di depressione e altre patologie psichiatriche ( è richiesto il parere del medico /psicoterapeuta).
  • gravidanza e allattamento.
  • soffrire di un disturbo alimentare (anoressia -bulimia nervosa).
  • aver appena concluso un percorso dimagrante con successo (ossia con un calo almeno del 5% rispetto al peso corporeo iniziale). In questo caso l’obiettivo sarà il mantenimento del peso.
Nella dieta dimagrante verranno eliminati i carboidrati?

No. Elaboro diete equilibrate che prevedono anche il consumo di carboidrati di elevata qualità nutrizionale.

Ho degli attacchi di fame nervosa, come posso sapere se soffro di un disturbo da alimentazione incontrollata? C'è un programma specifico per questo problema?

Criteri diagnostici del disturbo da alimentazione incontrollata secondo il dsm-5:

  1. A) Ricorrenti episodi bulimici. Un episodio bulimico è caratterizzato da entrambi gli aspetti seguenti:

1 – Mangiare, in un periodo definito di tempo (per esempio un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

2 – Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.

  1. B) Gli episodi bulimici sono associati con tre (o più) dei seguenti aspetti:

1 – Mangiare molto più rapidamente del normale.

2 – Mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieno.

3 – Mangiare grandi quantità di cibo quando non ci si sente fisicamente affamati.

4 – Mangiare da solo perché ci si sente imbarazzati dalla quantità di cibo che si sta mangiando.

5 – Sentirsi disgustato di sé stesso, depresso o assai in colpa dopo l’episodio bulimico.

  1. C) È presente un marcato disagio in rapporto all’episodio bulimico.
  2. D) Gli episodi bulimici si verificano, in media, ALMENO 1 VOLTA A SETTIMANA PER 3 MESI.
  3. E) Gli episodi bulimici non sono associati con l’attuazione ricorrente di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa.

 Esiste un programma di equipe specifico per il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata.

 

 

Segue anche i bambini e gli adolescenti ?

Mi occupo di alimentazione pediatrica con particolar riferimento alla prevenzione e alla terapia dell’obesità a partire dai 4-5 anni.

E’ fondamentale che i genitori lavorino attivamente su di sé e sul proprio stile alimentare. La finalità sarà quella di creare insieme una collaborazione, una sintonia per far passare lo stesso “messaggio dietetico- comportamentale” ai bambini. 

Mi occupo di alimentazione in adolescenza prestando attenzione agli aspetti di disagio rispetto all’immagine corporea tipici di questo periodo, sostanzialmente cercando di prevenire patologie quali l’obesità ma anche i disturbi dell’alimentazione. Ho constatato che per i giovanissimi avere una figura di riferimento sull’alimentazione esterna ai genitori può essere utile per soddisfare il desiderio di autonomia ma evitando al contempo il “fai-da-te” dettato da diete alla moda proposte sul web o dall’emulazione di modelli comportamentali disfunzionali dal punto di vista psico-nutrizionale.

È possibile effettuare la plicometria presso il suo studio?

Si è possibile effettuare la plicometria con un personal trainer con cui collaboro.